“Ogni conoscenza che tu cerchi per maturarti sulla via della nobilitazione dell'uomo e dell'evoluzione del mondo, ti porta avanti di un passo.” Rudolf Steiner

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In questo nuovo articolo continuiamo il viaggio nella Digital Transformation dell'artista con un'indagine di "cultura digitale" proprio all'interno del settore artistico.
Arte e marketing digitale nell’arte durante la pandemia
La creazione di una sinergia tra il mondo offline e quello online è diventata rapidamente una necessità durante la pandemia del Covid19.
Si è avvertita l’esigenza di rendere bidirezionale l’interazione tra artista e l’interlocutore andandone a suscitare l’attenzione.
In Italia il lockdown ha portato l’annullamento di live performance, contratti, esibizioni per tutti gli artisti dei vari settori dell’Arte, in un momento di grande sofferenza per gli artisti si è sentito perciò il bisogno di esprimersi e rafforzare il rapporto col proprio pubblico. Fondamentali sono stati i Social Network che nel corso del 2020 si sono riempiti di esibizioni in streaming di vari artisti, incontri col pubblico, video e collaborazioni online tra artisti col duplice scopo per l’artista di continuare ad esprimersi attraverso la propria arte e per il fruitore di continuare a nutrirsi di arte e di esperienze culturali anche per far fronte alla situazione psicologica di sgomento e sofferenza causata dalla pandemia e dalle conseguenti restrizioni.
I teatri durante l’emergenza pandemica si sono riorganizzati programmando le stagioni liriche e concertistiche in streaming, senza pubblico in sala e avviando collaborazioni con reti televisive pubbliche, private e web tv accelerando contestualmente i propri processi di digitalizzazione quali aggiornamento dei siti web e gestione strategica dei social network trasformando la situazione drammatica in opportunità di crescita ed evoluzione digitale in un connubio vincente offline ed online che verrà poi mantenuto nel periodo post-pandemia.
Dati statistici sulla digitalizzazione dell’Artista oggi
Ho realizzato un’indagine statistica sottoponendo ad Artisti professionisti in vari ambiti dell’arte le seguenti domande:
Possiedi un sito web?
Se si: Lo autogestisci e lo aggiorni regolarmente o lo fai gestire da un’agenzia? Da dove è nata per te l’esigenza di avere un sito web?
Se no: Perché? (Es. inutile, costoso, difficile, non ho tempo per gestirlo, ...) Utilizzi i Social Network? Quali? Con quale scopo? (es. auto promozione, divulgazione, vita privata, ...)
Pensi che il digitale rappresenti un’opportunità per l’arte e per gli artisti?
Pensi in futuro di implementare la tua presenza sul web (sito web, social network, podcast, video, articoli, ...)
Hai mai realizzato (tu o insieme ad un professionista) un Business plan per la tua attività professionale artistica?
Hanno risposto all’intervista oltre 70 professionisti di cui il 54% Musicisti (strumentisti, direttori d’orchestra, compositori) il 33% Cantanti lirici (Soprano, Mezzosoprano, Tenore, Basso) e il restante 13% Artisti di varie categorie (Registi d’opera e teatrali, Organizzatori di Eventi e Festival, Dj, Visual artist, Arti figurative, Arti letterarie).
Diamo i numeri.
Più della metà degli intervistati dichiara di non possedere un sito web.

Circa il 30% di chi non ha un sito web sostiene che gestire i propri profili social equivalga a possedere un sito web (Spoiler!! Non equivale affatto), il 20% di loro ritiene inutile il sito web per la propria attività professionale e il 20% di chi non ha un sito web esclude l’eventualità di realizzarlo perentoriamente.

Il 60% di coloro che hanno il sito web lo utilizza per implementare la propria visibilità sul mercato, il 30% per diffondere materiale informativo/artistico e il 10% lo utilizza per farsi pubblicità. Quasi il 70% di chi ha un sito web dichiara di riuscire a gestirlo in autonomia aggiornandone più o meno costantemente i contenuti.

La totalità degli intervistati dichiara di utilizzare i social, prevalentemente Facebook e in molti pur utilizzando YouTube come creator di contenuti, non lo considerano un Social Network o ignorano che lo sia.

I Social Network vengono utilizzati per più del 50% dei casi in combinazione tra vita privata e professionale, specialmente al fine di divulgazione, auto promozione, raccontare di sé e creare nuovi contatti, dal 40% degli intervistati viene utilizzato per soli fini professionali.
Alla domanda,
“Il web rappresenta un’opportunità per l’arte e per gli artisti?”,
più del 90% risponde di sì, ma solo il 70% afferma di voler implementare la propria presenza sul web in futuro (il 10% desidera realizzare il proprio sito web, il 5% progetta la creazione di video auto promozionali). Infine, quasi l'80% del totale degli intervistati non ha mai sviluppato un Business plan per la propria attività e solo il 20% prende in considerazione l’ipotesi di farlo in futuro.
Di seguito le affermazioni rilevanti di alcuni intervistati.
“Il fatto è uno. Non riesco a chiamare il mio mestiere Business. Io penso al mio mestiere come a un enorme sviluppo personale, un percorso senza fine di esplorazione, di scoperta, di crescita.”
A. Piroli, soprano
“Laura, I do think that digital marketing is necessary for free-lance artists. If I were younger and in the heart of trying to move my career forward I would be very much engaged in trying to use it. Even as it is, if a late career flurry of activity seems possible, I will explore doing it more systematically.”
L. Siegel, compositore
“Mi manca la dose di autostima sufficiente per promuovermi sul web, mi manca anche il tempo necessario ( anche se forse questa è una scusa).”
A. Consolaro, soprano
“Puoi usare i social ma se qualcuno vuole andare più a fondo (un agente, un direttore artistico) e capire meglio la tua attività è sul sito che trova le risposte.”
L. Franceschelli, fagottista
“Il blocco del profilo a volte è stato un problema che mi ha causato perdita di materiale e tempo per ripristinarlo. Faccio tanti eventi e senza appeal sui social non avrei abbastanza visibilità. Sarebbe stato un danno non poter recuperare il profilo Instagram.”
G. Vazzoler, pianista e influencer
“Preferivo un mondo meno digitale”.
M. Serpi, violinista
In un settore già inadeguatamente regolato da normative e pervaso di pregiudizi risulta evidente la carenza di informazioni e conoscenze in ambito digitale e di business. Ricorre più volte nei contributi raccolti il concetto di gratuità di internet, definito come un luogo dove potersi fare pubblicità gratuitamente appunto, ma non si è disposti ad investirci del tempo.
Quasi nessuno sa cosa sia un Business plan e dimostra di non aver mai affrontato in modo strutturato e ponderato tematiche quali obiettivi, punti di forza, debolezze, ambiente esterno, potenzialità, mercati di interesse, costi e ritorni di investimento correlando tra loro i vari elementi.
Tutti riconoscono un grande potenziale in Internet, ma in pochi sono disposti ad investirci e in pochissimi lo fanno in modo strutturato e consapevole.
Al di fuori dell’indagine di mercato, ho intervistato tre figure professionali di rilievo nel settore artistico musicale, nello specifico della lirica.
Alla domanda,
“Che importanza e peso ha oggi per un artista avere un sito web che raccolga cv, informazioni e materiale (fotografico, audio e video) fruibile dalle direzioni artistiche dei teatri e dalle agenzie?”,
hanno risposto Laura Brioli (Artistic consultant, mezzosoprano e vocal coach), Sofia Nagast (General Manager di YOSCA - Young Opera Singers Consultant&Advisor) e Mario Menicagli (Direttore Generale del Teatro Goldoni di Livorno).

“Il mercato artistico oggi si basa fondamentalmente sui video e sulle registrazioni degli artisti perché è il primo canale che i direttori artistici o gli agenti cercano e consultano per capire chi è un artista. Per questo è fondamentale togliere i video che non sono buoni a livello vocale o di adeguata qualità sonora e aggiornare sempre il sito e il canale YouTube con i propri video professionali perché spesso e volentieri, si fanno le audizioni online, cioè se una persona viene proposta in una direzione artistica, questa per prima cosa va a vedere come canta e, se canta male o se c’è un audio non buono, già in questa fase viene giudicato e c’è la possibilità che venga messo da parte. Quindi chiaramente, è fondamentale avere del materiale buono e aggiornato che sia rappresentativo dell’artista perché tanto del lavoro passa dal web: si leggono le recensioni, si guardano video e foto proprio a livello di scelte professionali. Il sito è indispensabile perché raccoglie tutto il materiale, mentre i social possono servire all’artista più per auto promuoversi; in caso di opportunità professionali i social generalmente non vengono tenuti in considerazione e nella maggior parte dei casi neanche consultati da agenti e direttori artistici, ad esclusione di YouTube. Ad esempio, esiste OperaBase.com che raccoglie informazioni, video e materiale fotografico inserito direttamente dai Teatri di tradizione o dagli artisti stessi, perciò è molto importante essere quantomeno all’interno di siti di settore come questo o averne uno proprio.”
L. Brioli, Artistic consultant, mezzosoprano e vocal coach

“Il sito web è praticamente un contenitore del portfolio che serve più che altro alla stampa. Se l’artista non ha l’agenzia, per il primo anno va bene anche non avere un sito web. Consiglierei invece a tutti di fare un profilo su OperaBase.com, perché il sito compare solo nella ricerca del nome e cognome esatto (almeno che non si voglia investire in SEM come se non ci fosse un domani). OperaBase invece, ha la ricerca cross-reference ed ha (al suo interno N.d.R.) molti utenti.” S. Nagast, General Manager di YOSCA - Young Opera Singers Consultant&Advisor

“È assolutamente importante essere presenti sul web per gli artisti, in quanto farsi conoscere e far conoscere il proprio nome, al di là di quello che possa fare un agente, è un’esigenza. Perciò avere un sito web con all’interno il curriculum vitae, chiaramente senza esagerare, perciò sintetico e ben leggibile, è auspicabile.
C’è da dire che raramente il direttore artistico di un Teatro va a vedere un profilo, un cv o il sito di qualche artista senza averne sentito parlare o senza che il suo nome gli sia stato fatto da qualcuno riguardo le sue capacità e il suo potenziale, ma nel momento in cui va a cercarne il materiale sul web è opportuno che questo materiale ci sia e sia di qualità. I cantanti, ad esempio, si devono mettere in testa di dover far sentire come cantano e per farlo devono dotarsi di materiale tecnico sufficiente. Un bel video con un buon audio che metta in evidenza quello che uno è, senza ritocchi o altro, perché ciò che viene ascoltato in video dovrà corrispondere nella conseguente audizione dal vivo. Questo è importante e solo una minima parte dei cantanti ne è consapevole. Si investa su questo per far capire a chi ascolta, se l’artista e il suo materiale vocale possa fare al caso suo o meno.”
M. Menicagli, Direttore Generale del Teatro Goldoni di Livorno
Il contributo delle oltre 70 persone che hanno acconsentito ad essere intervistate è prezioso e restituisce un quadro abbastanza verosimile dello stato attuale delle cose e del livello medio di cultura digitale. Molti artisti professionisti sono consapevoli che il digitale rappresenti un’opportunità, ma non sanno come coglierla, non conoscono bene gli strumenti e non hanno la vision dello sviluppo del proprio business.
Certamente l’Arte è molto più che fare business, ma se anziché una platea di 200 persone se ne può raggiungere una di 200 mila senza nulla togliere all’aspetto qualitativo dell’opera, se il sito web rappresenta il proprio biglietto da visita esteso e i social la cassa di risonanza, sarà opportuno e indispensabile per l’artista contemporaneo evolvere e cogliere queste opportunità, comprendendo anche che ciò comporta un investimento di tempo, energie e budget che però porterà un beneficio, un ritorno importante sul piano economico, di reputazione, credibilità e visibilità su medio e lungo termine.
Infine, è necessario prendere consapevolezza che le agenzie, i Teatri di tradizione1, Istituzioni pubbliche e private, difficilmente prenderanno in considerazione artisti che non hanno materiale digitale qualitativamente e quantitativamente soddisfacente, pertanto una mancata presenza online equivarrà alla perdita di importanti opportunità offline.
Nel prossimi articoli vedremo ad uno ad uno gli strumenti da utilizzare per la propria digitalizzazione.
Grazie per aver letto fin qui, lascia un cuore se ti è piaciuto l'articolo e scrivimi qui, via mail o sui social Instagram\Facebook\TikTok\LinkedIn se hai domande sul tema della trasformazione digitale che vorresti approfondire.
1 Ministero della Cultura, Direzione generale spettacolo — Musica I Teatri di tradizione sono disciplinati dall’art. 28 della Legge 14 agosto 1967 n. 800 e hanno il compito di promuovere, agevolare e coordinare le attività musicali nel territorio delle rispettive province. La Legge 14 agosto 1967 n. 800 prevede che il Ministro, sentita la Commissione Consultiva per il settore Musica, possa con proprio decreto riconoscere la qualifica di “Teatro di tradizione” a teatri che dimostrino di aver dato particolare impulso alle locali tradizioni artistiche e musicali. I Teatri di tradizione ricevono finanziamenti secondo i criteri e le modalità per l’erogazione, l’anticipazione e la liquidazione dei contributi allo spettacolo dal vivo, a valere sul Fondo Unico per lo Spettacolo di cui alla legge 30 aprile 1985 n. 163, stabiliti dai decreti ministeriali vigenti al momento.
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